Il blog qui è temporaneamente sospeso (di nuovo), e in sostituzione ne ho appena avviato un altro, dove si parla un po' delle stesse cose ma con un taglio più definito. Insomma, provare per credere.
18.9.09
1.9.09
Perché leggere è un piacere intelligente
Lev Grossman sul WSJ
ci ricorda come il Novecento abbia portato con sé, in letteratura, con
il Modernismo, il rifiuto delle trame semplici e delle storie pulite, in
favore di una realtà descritta come complessa, che richiede al lettore
un costante sforzo interpretativo (l'Ulisse di Joyce ne è l'emblema).
Ma, sostiene Grossman, questa non può essere più la moda: fenomeni come Twilight o Harry Potter stanno a dimostrarlo, la letteratura deve tornare a sposarsi con la fiction, perché i lettori cercano questo.
Ma, sostiene Grossman, questa non può essere più la moda: fenomeni come Twilight o Harry Potter stanno a dimostrarlo, la letteratura deve tornare a sposarsi con la fiction, perché i lettori cercano questo.
9.8.09
Giornalismo italiano e anglosassone
Un tragico incidente in volo sopra New York che coinvolge cittadini
italiani è anche l'occasione per confrontare come si comportano stampa
italiana e statunitense su un argomento di comune interesse.
Salta all'occhio: sui nostri quotidiani nazionali (Corriere e Repubblica) l'approccio è quello del titolo ad effetto (tragico) e della polemica scandalistica. Repubblica.it titola ora:
New York, 5 italiani morti
due famiglie spezzate
Un'autostrada sul fiume
C'è un continuo accostamento all'ammaraggio di un Airbus in gennaio, che non si capisce cosa c'entri con il caso in questione. E quando c'è da trasmettere semplice informazione, dettagli su quanto è successo e su chi è stato coinvolto, questi sono in gran parte superflui o imprecisi (le lacune lasciano sempre spazio a speculazioni e polemiche ulteriori): è il caso di questo "approfondimento" sui voli turistici a New York, che trascrive semplicemente informazioni dal sito della compagnia aerea coinvolta, senza spiegare a chi NY non la conosce dove e come effettivamente volino gli elicotteri, senza fornire dati statistici obiettivi, attingendo evidentemente ad un'unica fonte.
L'articolo del New York Times, che pure si rivolge ad un audience senz'altro molto sensibile allo "scandalo" dei voli troppo numerosi e poco controllati, è un modello di cronaca dettagliata e obiettiva di quanto accaduto. E' difficile o impossibile trovarvi allusioni non chiarite, informazioni superflue, fonti non citate.
La dashboard informativa che correda l'articolo comprende, oltre alle foto e ai commenti dei lettori (elencati come al solito anche in ordine di "editor's selections" e "readers' reccomendations"), un'infografica che mostra in un attimo, molto chiaramente, come e dove si è svolto l'incidente.
A parer mio, la nostra informazione troppo spesso vive di scandali e titoli ad effetto, e manca di amore per i contenuti.
Salta all'occhio: sui nostri quotidiani nazionali (Corriere e Repubblica) l'approccio è quello del titolo ad effetto (tragico) e della polemica scandalistica. Repubblica.it titola ora:
New York, 5 italiani morti
due famiglie spezzate
Un'autostrada sul fiume
C'è un continuo accostamento all'ammaraggio di un Airbus in gennaio, che non si capisce cosa c'entri con il caso in questione. E quando c'è da trasmettere semplice informazione, dettagli su quanto è successo e su chi è stato coinvolto, questi sono in gran parte superflui o imprecisi (le lacune lasciano sempre spazio a speculazioni e polemiche ulteriori): è il caso di questo "approfondimento" sui voli turistici a New York, che trascrive semplicemente informazioni dal sito della compagnia aerea coinvolta, senza spiegare a chi NY non la conosce dove e come effettivamente volino gli elicotteri, senza fornire dati statistici obiettivi, attingendo evidentemente ad un'unica fonte.
L'articolo del New York Times, che pure si rivolge ad un audience senz'altro molto sensibile allo "scandalo" dei voli troppo numerosi e poco controllati, è un modello di cronaca dettagliata e obiettiva di quanto accaduto. E' difficile o impossibile trovarvi allusioni non chiarite, informazioni superflue, fonti non citate.
La dashboard informativa che correda l'articolo comprende, oltre alle foto e ai commenti dei lettori (elencati come al solito anche in ordine di "editor's selections" e "readers' reccomendations"), un'infografica che mostra in un attimo, molto chiaramente, come e dove si è svolto l'incidente.
A parer mio, la nostra informazione troppo spesso vive di scandali e titoli ad effetto, e manca di amore per i contenuti.
30.7.09
La scienza di oggetti storici complessi
S.J. Gould, in un saggio del 1983 ("Hen's Teeth and Horse's Toes") dopo aver considerato il "disordine" evolutivo che appare nell'evoluzione dell'apodiploidia
e della socialità all'interno di questa (il percorso raro e complesso
che ha portato alla nascita di società come quelle delle formiche e
delle api, ma soprattutto ad una limitata diffusione nel regno animale
di società simili), trae delle bellissime considerazioni conclusive
sulla Scienza.
Comincia col supporre che alcuni potrebbero interpretare questo "disordine" in senso mistico, "che l'evoluzione impone alla natura un'inconoscibilità ineffabile"; ed altri in senso pessimistico, "che l'evoluzionismo non è una scienza molto avanzata, o non è affatto una scienza, se non può predire il corso di un mondo imperfetto".
Respinge entrambe le interpretazioni e scrive (pp. 65-66 ed. it.):
Il problema risiede nella nostra concezione semplicistica e stereotipata della scienza come fenomeno monolitico fondato sulla regolarità, sulla ripetizione e sulla possibilità di predire il futuro. Questa formula può esser valida per scienze che si occupino di oggetti meno complessi e meno vincolati a una storia di quanto non sia la vita. L'idrogeno e l'ossigeno, mescolati in un certo modo, formano l'acqua oggi come la formavano miliardi di anni fa e come continueranno probabilmente a formarla per molto tempo. L'acqua è sempre uguale, e uguale la sua composizione chimica. Qui non c'è alcuna indicazione di tempo, né alcun vincolo imposto da una storia di mutamento precedente.
Gli organismi, d'altra parte, sono guidati e limitati dal loro passato. Essi devono rimanere imperfetti nella loro forma e nella loro funzione, e in tale misura non predicibili, non essendo macchine ottimali. Noi non possiamo conoscere con certezza il loro futuro, se non altro perché nell'ambito di ciascun carattere, per quanto ben adattato a un ruolo presente, c'è sempre una miriade di bizzarri mutamenti di funzione.
La scienza di oggetti storici complessi è un'impresa diversa, non un'impresa minore. Essa si propone di spiegare il passato, non di predire il futuro. Il suo obiettivo è quello di ricercare principi e regolarità sottostanti all'unicità di ciascuna specie e di ciascuna interazione, pur apprezzando in tutto il suo valore tale unicità irriducibile e pur descrivendone tutta la magnificenza. Le nozioni della scienza devono piegarsi (ed espandersi) per adattarsi alla vita. [...]
Il concetto di scienza che esprime è per me molto raffinato, bellissimo. Non so se e quanto Gould fosse a conoscenza del lavoro di discipline scientifiche che si dedicano proprio a studiare quei "bizzarri mutamenti di funzione" da lui citati, con l'obiettivo di conoscerli e di predirli - come l'analisi del comportamento, che è il mio campo. Ma conto di scoprirlo: ho da poco scoperto che un mio conoscente, scienziato in gambissima, lo ha conosciuto e ha cenato con lui diversi anni fa.
Dice che era molto simpatico e raccontava un sacco di storielle.
Comincia col supporre che alcuni potrebbero interpretare questo "disordine" in senso mistico, "che l'evoluzione impone alla natura un'inconoscibilità ineffabile"; ed altri in senso pessimistico, "che l'evoluzionismo non è una scienza molto avanzata, o non è affatto una scienza, se non può predire il corso di un mondo imperfetto".
Respinge entrambe le interpretazioni e scrive (pp. 65-66 ed. it.):
Il problema risiede nella nostra concezione semplicistica e stereotipata della scienza come fenomeno monolitico fondato sulla regolarità, sulla ripetizione e sulla possibilità di predire il futuro. Questa formula può esser valida per scienze che si occupino di oggetti meno complessi e meno vincolati a una storia di quanto non sia la vita. L'idrogeno e l'ossigeno, mescolati in un certo modo, formano l'acqua oggi come la formavano miliardi di anni fa e come continueranno probabilmente a formarla per molto tempo. L'acqua è sempre uguale, e uguale la sua composizione chimica. Qui non c'è alcuna indicazione di tempo, né alcun vincolo imposto da una storia di mutamento precedente.
Gli organismi, d'altra parte, sono guidati e limitati dal loro passato. Essi devono rimanere imperfetti nella loro forma e nella loro funzione, e in tale misura non predicibili, non essendo macchine ottimali. Noi non possiamo conoscere con certezza il loro futuro, se non altro perché nell'ambito di ciascun carattere, per quanto ben adattato a un ruolo presente, c'è sempre una miriade di bizzarri mutamenti di funzione.
La scienza di oggetti storici complessi è un'impresa diversa, non un'impresa minore. Essa si propone di spiegare il passato, non di predire il futuro. Il suo obiettivo è quello di ricercare principi e regolarità sottostanti all'unicità di ciascuna specie e di ciascuna interazione, pur apprezzando in tutto il suo valore tale unicità irriducibile e pur descrivendone tutta la magnificenza. Le nozioni della scienza devono piegarsi (ed espandersi) per adattarsi alla vita. [...]
Il concetto di scienza che esprime è per me molto raffinato, bellissimo. Non so se e quanto Gould fosse a conoscenza del lavoro di discipline scientifiche che si dedicano proprio a studiare quei "bizzarri mutamenti di funzione" da lui citati, con l'obiettivo di conoscerli e di predirli - come l'analisi del comportamento, che è il mio campo. Ma conto di scoprirlo: ho da poco scoperto che un mio conoscente, scienziato in gambissima, lo ha conosciuto e ha cenato con lui diversi anni fa.
Dice che era molto simpatico e raccontava un sacco di storielle.
21.7.09
13.5.09
Capire il meccanismo della selezione naturale
La "singola miglior idea che un uomo abbia mai avuto" secondo Dennett,
l'evoluzione per selezione naturale è oggi una teoria scientifica
raffinata e complessa. Molto mis-rappresentata nella comunicazione
pubblica: abbiamo un po' tutti idea di sapere come funziona, e che si
basa su pochi semplici concetti. Non è così, si basa su meccanismi
complicati e facilmente storpiati nelle parole di studenti e profani.
Questo articolo di T. Ryan Gregory su Evolution: Education and Outreach mi pare bello e abbordabile e aiuta a far chiarezza.
Questo articolo di T. Ryan Gregory su Evolution: Education and Outreach mi pare bello e abbordabile e aiuta a far chiarezza.
Ricordando i Remainder
Biagio Melloni, passato a miglior vita, era l'inventore delle librerie remainder
in Italia, la prima delle quali a Milano. Forse, una proto forma di
superamento del vincolo di "prezzo del contenitore" sul "prezzo di
contenuto". La coda lunga del mercato librario, oggi trasferitasi per lo più online, tra gli usati di Amazon.
5.5.09
Prestidigitazione e micromagia
Vi sembra che fumi una sigaretta, ma non è vero.
Questi Penn e Teller sono due pazzoidi di maghi che svelano i trucchi dei maghi, ma lo fanno ad arte, rivelando soltanto che l'inganno percettivo resiste a qualsiasi spiegazione.
E che un vero prestigiatore non lo freghi mai. Perché un vero prestigiatore non sembra neanche un prestigiatore.
18.4.09
La Terra, negli anni '60, era estremamente sexy
I
cinque Lunar Orbiter spediti a schiantarsi sulla luna nel '66-'67
inviarono a terra le primissime immagini della luna, e la prima
immagine della terra, tutta intera e nuda, vista dallo spazio.
Le riprendevano su pellicole da 70 millimetri, con fotocamere Kodak, le scansivano e le "faxavano" sulla terra.
Quelle immagini, in alta qualità, vennero poi ri-fotografate su pellicole da 35mm e proiettate sulle televisioni di tutto il mondo.
Gli originali vennero dimenticati, dato che due anni dopo Armstrong, con le sue tre Hasselblad e la telecamera Westinghouse, riprendeva in qualità ancora maggiore la Luna camminandoci sopra.
Oggi, a quarant'anni di distanza, quelle pellicole originali sono state faticosamente recuperate e si possono vedere le prime due foto (delle 2000 presenti in negativo), fra cui la famosa prima foto della nostra terra.
immagine della terra, tutta intera e nuda, vista dallo spazio.
Le riprendevano su pellicole da 70 millimetri, con fotocamere Kodak, le scansivano e le "faxavano" sulla terra.
Quelle immagini, in alta qualità, vennero poi ri-fotografate su pellicole da 35mm e proiettate sulle televisioni di tutto il mondo.
Gli originali vennero dimenticati, dato che due anni dopo Armstrong, con le sue tre Hasselblad e la telecamera Westinghouse, riprendeva in qualità ancora maggiore la Luna camminandoci sopra.
Oggi, a quarant'anni di distanza, quelle pellicole originali sono state faticosamente recuperate e si possono vedere le prime due foto (delle 2000 presenti in negativo), fra cui la famosa prima foto della nostra terra.
17.4.09
Around the bend
Questo blog è l'ultima incarnazione di un sito homebrewed, negli anni novanta, poi blog su splinder passati i duemila, poi a questo stesso indirizzo dal 2005 a un paio d'anni fa (ora debitamente archiviato, qui non trovate più nulla).Oggi, venerdì 17 aprile del 2009, che bella data, di nuovo un po' attivo, finché google guarda giù con benevolenza.